LINEE DI VITA

Il Nome che abbiamo sentito di dare, a questa Chiamata e Spinta dello Spirito,  che si è fatta di conseguenza: una “storia” di Ascolto; e: di Risposta data Insieme, da più di noi  negli anni, è di: FRATERNITA’ PELLEGRINA CONTEMPLATIVA.


  • L’accento che vogliamo mettere su quel “Contemplativa”, sembra in contrasto con quell’essere, ognuno di noi, così attivo (impegnato in famiglia, con malati, nel lavoro, nell’impegno sociale, e di Chiesa, come in tutte quelle sempre nuove relazioni che lo Spirito e la Strada ci regalano)! Ma è proprio in questo feriale, che vogliamo sempre meglio, a occhi spalancati, lasciarci accendere...:
     
    • Dentro: una profonda intimità con Dio.
    • Fuori: una continua possibilità di “Epifania”, che si rivela proprio (spesso a Sorpresa!) nei nostri “Nazareth”.

  • Anche l’accento messo sulla parola “Fraternità”, sembra una “contraddizione”. (Nata all’inizio solo come una minuscola “sorellità”) ha lasciato che lo Spirito la plasmasse in un piccolo “Cenacolo” fatto di  celibi e sposati, consacrati e non; e di Paesi diversi, che si ritrovano periodicamente.



  • L’accento posto sull’aggettivo “Pellegrina” , non va inteso come l’andare per Santuari, ma si radica nella vita quotidiana che è diversa per ognuno e che diventa luogo d’interiore pellegrinaggio, vissuto come avventura nuova:            ” come da stranieri!”. Piccole strade ben note di tutti i giorni, vissute sapendosi fermare, contemplando negli altri la presenza di Dio, anche nei saluti che si fanno “shalom”.

Il nostro “SANTUARIO” è là dove il Signore ci ha posti, nell’intercessione  e benedizione di: luoghi, persone, e situazioni, che la vita ci pone davanti. E' come una preghiera in cammino, che coglie i segni per strada e li riprende nel cuore.

La fraternità, nell’apparente “inutilità” del suo esistere, affonda invece bene le sue radici, proprio nell’apparente inutilità dello stile di vita di Gesù; a Nazareth.


  • Maria del feriale di Nazareth, ma anche della “VISITAZIONE”, sarà con Gesù nostro Modello e sceglieremo sempre quella festa del 31 Maggio, per chi vorrà consacrarsi, per le mani del Vescovo, nella nostra piccola Fraternità.


  • Frère Charles De Foucauld, con la sua minuta calligrafia, aveva riempito pagine intere, sul Mistero (Gaudioso e da lui amatissimo!) della Visitazione. Scriveva:”La Visitazione è la carità di Cristo che ti spinge …Con l’Annunciazione Egli si è manifestato, è donato, santificando Maria; ma ciò non basta: nel Suo amore per gli uomini, si vuole subito manifestare ad altri attraverso Maria. Ciò che va a fare la Santa Vergine, non è una visita alla cugina per consolarsi sulle Meraviglie di Dio su di loro, né una visita per una carità materiale. E' molto di più di questo!: parte per santificare Giovanni, non con le parole, ma portandogli, in silenzio, Gesù  dentro la sua dimora: nel grembo di Elisabetta.”


  • Quindi anche in noi, è Lui che agisce!, anche se l'azione Sua in noi, ci è spesso   nascosta.


La Visitazione rende concreta la scelta della nostra F. P. C. di voler vivere: la Contemplazione sulle strade, portando in esse L'INCARNAZIONE perché siamo “abitati”. Sarà questa consapevolezza che ci farà cartelli indicatori, poveri ma persuasi, di questa verità di tutti: siamo tutti Pellegrini sulla terra, -anche come Chiesa.



I tre  Doni- impegni del pellegrino



Da quella che abbiamo avvertita essere una Chiamata, e  una Spinta dello Spirito, -sentiamo di coinvolgerci in un’ Appartenenza che seriamente c’impegna e ci consacra a quel che lo Spirito ci sta chiedendo.

Lo esprimiamo con i TRE VOTI DEL PELLEGRINO, possibili nel vissuto sia dei celibi che degli sposati.



  • Castità : dolcezza e umiltà di cuore , “DONO DI TRASPARENZA”,  cosa che è davvero da riscoprire, oggi, e vivere seriamente a tutti i livelli... in famiglia, con se stessi, in politica, nel lavoro, nel sociale. Trasparenza (non velata!) di quel che Dio ci ha chiesto di essere e di manifestare, con una vita gioiosa e persuasa, che diventa da sé... annuncio!

    La trasparenza è una purezza interiore, di mente, corpo e cuore, che fa bene agli altri con cui viviamo e che incontriamo; ma che fa bene ancor prima, a noi, rendendoci facile il contemplare il Signore sempre!, come promettono il Salmo 15 e le Beatitudini: “beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (già ora!).

    La trasparenza ci chiederà a volte un osare denunce (anche nella carità) e un coraggio nel parlare: “sì-sì, no-no” secondo il Vangelo. Ma l’occhio puro, è anche gioia continua di “Rivelazione” che dilata il cuore, e dà ali!

    Castità è quella lieta pienezza della Sponsalità “creatura-Creatore” (specie per i consacrati).


  • Obbedienza : da “ob”=ASCOLTO, è anche questa, una cosa da riscoprire -OGGI-, a tutti i livelli!

    L’ascolto è un umile “apprendistato” come mirabilmente ha detto il Papa Benedetto XVI a Fatima, a proposito del Dialogo: “Auspico un apprendistato nuovo, prezioso per la Chiesa, nel Dialogo - verso le altre Verità, e la Verità degli altri! -”

    L’obbedienza parte dall’ascolto di quel che LO SPIRITO DICE ALLE CHIESE, e ad ognuno personalmente, nell’intimità di un “cuore a cuore” sempre custodito,  risvegliato e confrontato. E’ tensione ad avere gli stessi sentimenti di Gesù nell'essere simili al Padre attraverso le Beatitudini. L’obbedienza, in sostanza, è capire “IL SOGNO” che Dio ha fatto su ognuno di noi. Obbedienza personale alla vita, che è un servire la Vita, perché ci sia Vita.

    In questo ASCOLTO ci verranno in aiuto i nostri Padri Spirituali, il Vescovo, i due Moderatori e i due Coordinatori della Fraternità Pellegrina Contemplativa.
    (vedi I tre momenti del Pellegrino-Fraternità-)

    Charles de Foucauld diceva: ” affacciarsi sull’essere dell’altro è un po’ farsi suo fratello o sorella…

    Sarà questa per noi dunque, una seria e responsabile “inter-obbedienza”, che è importante ancor più per noi, proprio perché non viviamo insieme -se non periodicamente-, (almeno per ora...); e proprio in questa responsabile  inter-obbedienza, coglieremo la crescita della nostra maturità.



  • Povertà :Sentiamo di dover cogliere e vivere questo GRANDE SEGRETO della stessa “Vita Trinitaria di Dio” come: DONO!

    Dono di reciproco scambio che arricchisce sempre l’altro! Dono di un lieto e innamorato “spossessarsi”.

    Questa, per il Pellegrino, è la scelta di una continua disponibilità a lasciarsi uscire: (“Abramo, esci, lascia, va.., dove Io ti manderò”) ed è spesso un paziente uscire: - passo, passo-, senza sapere subito dove andare - ma, “con una confidenza infinita,  perché Tu sei il Padre mio!” (diceva Frère Charles a Nazareth).

    Per Maria e Giuseppe era stato: PERDERE IL PROGETTO, “non capirci più nulla” veder ribaltati i loro piani; ma si sono FIDATI e abbandonati alla Volontà del Padre.

    Anche la nostra povertà di Fraternità Pellegrina Contemplativa vuole essere un povero, piccolo segno per la mentalità di questo tempo: sempre alla ricerca sfrenata di sicurezze e certezze (anche con mezzi illeciti!) - Quel nostro, così precario “io non vado... seguo” (di S. Francesco di Sales), è il segreto di un affidamento e lieto abbandono, totale!

    Sarà la più vera e continua sfida, della nostra povertà, ma anche la dolcissima certezza  della Avvolgente Presenza del PADRE CELESTE.

    E' Lui che veste e nutre chi cerca prima il Regno, e sa dare il resto in sovrappiù, al centuplo, “con una misura pigiata, scossa e traboccante”,  (-oltre alla Vita Eterna! )

    Quelle... “molte tribolazioni” che Gesù non nasconde mentre, La promette: saranno però portate: - “in due”, sotto lo stesso giogo, che per questo diventa dolce, soave e leggero. Si! Liberi e leggeri, ci farà questa povertà e chiederemo allo Spirito di renderci lo zaino sempre meno pesante, mentre il Suo Soffio leggero ci riempirà invece “lo zaino del cuore”, di preghiere, per tutti quei volti e quelle storie incontrate su strada, nell’avventura bella della Vita.

    LA MISURA della nostra povertà e il suo discernimento, sarà aiutata dagli altri due voti del Pellegrino: la Trasparenza e l’Obbedienza nell’ascolto dello Spirito, -di volta in volta,- come pure dall’equilibrato consiglio del Vescovo e del nostro Padre Spirituale. Lo sentiamo questo, un modo maturo di vivere i voti, e allo stesso tempo un modo povero, continuamente bisognoso di Grazia.



I tre momenti del pellegrino



L’equilibrio della Fraternità, come da tempo ci hanno suggerito alcuni saggi Consiglieri, ci viene dall’alternarsi dei “TRE MOMENTI”:

 EREMO - STRADA-  E - FRATERNITA’.

E' come una “cordata”, il cui primo anello o capo cordata, è LA TRINITA'.

EREMO: -è il PADRE  invisibile, ma viva Presenza di Amore, -Intimità  di un   “cuore a cuore”, nel segreto dell'interiorità di ognuno di noi.  

STRADA: è il FIGLIO GESU’ il Dio che si fa pellegrino e mette la sua tenda fra noi e si fa:- Fratello e Via. 

FRATERNITA’: è lo SPIRITO SANTO, Colui che lega le Tre Persone e anche noi, in  un unico Amore e in un’unica Fede.


Per noi -concretamente- questa metafora Trinitaria si esprime nei tre momenti:

1)  Eremo: momento cui ognuno dovrà restare, individualmente, molto fedele nell’anno, scegliendone tempi e luoghi a livello personale. Momento molto importante, perché è da questo “cuore a cuore” con Dio, e dalla conseguente crescita di Intimità con Lui, che gli altri momenti (strada e fraternità) saranno mossi e prenderanno vita, nella consapevolezza di rimanere, nel GREMBO DI DIO , Padre e Madre.


2) Strada: questo secondo momento è quello che dovrebbe forse regalarci lo specifico della nostra Fraternità Pellegrina, con una sua precisa identità e quindi col suo motivo di esistere! Ma è stato giusto far precedere questo momento dal “primo”: l’Eremo! - così non porteremo noi stessi sulla Strada, ma quel che è nato dal “cuore a cuore” con Dio. 


Sapendoci “abitati”, e addirittura “incinti di Dio”, sappiamo di avere in noi (gorgogliante e vivo) “il secchiello” dell’acqua della Sorgente, con cui BENEDIRE E INTERCEDERE.

Questo invisibile “aspergere” dalla nostra interiorità, a ogni passo e ad ogni battito del cuore, prima offerto e consacrato a questo:- tutto il sociale e il politico, tutto il “fare” del pellegrino!

È l’intercedere come lo ha spesso spiegato il Cardinale Martini: andare dentro, in mezzo a, pregando per, (“aucoeur des masses”!);- pellegrini molto feriali, nelle strade del  nostro quotidiano, davvero incarnato, nelle più diverse situazioni di vita e di lavoro.

Andare ogni giorno in mezzo a tutti, benedicenti, poveri e insieme ricchissimi della Sua Acqua, dentro di noi:- in una sempre risvegliata interiorità. Si! È un invisibile sociale, il nostro, ma anche qui solo apparentemente inutile!



Anche la Strada avrà, una sua connotazione di precarietà, di fiducia - abbandono, nella Mani di Dio e della Sua Regia: - di consapevolezza matura e interiore, di non essere là (in nessuna strada) “per caso”, e anche di attenzione ai volti,   soprattutto a quelli più poveri ed emarginati, dove si nasconde il Divino Pellegrino: Colui che ha fatto davvero il Pellegrinaggio più lungo... dal Cielo alla Terra; - dal Dio al Bambino di Betlemme e della falegnameria di Nazareth..., e nelle strade di un piccolo fazzoletto di Terra.



Il mondo di oggi, così impaurito dalle crisi e dalla precarietà; così proteso ad assicurarsi certezze e profitti, ha invece nelle sue profondità, una SETE VITALE, infinita, bruciante di un ASSOLUTO- che è: - LIBERO -VERO -ETERNO-BELLO!

I pellegrini, pur di passaggio, ascoltano questa sete e cuciono sempre anelli di relazione. Si sentono (come dice la Lettera a Diogneto, del secondo secolo):         ” come cittadini di ogni patria, e al tempo stesso, stranieri e ospiti”; CARTELLI INDICATORI della Città Celeste.

Questo, a volte, li farà sentire, poveramente, “pesci fuor d’acqua”, eppure sono spesso loro, che aiutano quelli che li ospitano, come anche gli amici più sedentari, a “scoprire l’acqua” che è nascosta nel pozzo della loro casa.



Molto “contemplativa”, per noi, sarà la ricerca di quel Volto amato, di Dio: - ad ogni curva della Strada; -e bella sarà l’avventura con Lui, ad ogni ansa del Fiume!  Cresceremo così nell’“apprendistato” della scuola della Strada, facendoci abbordabili per ogni dialogo e aperti a ...“farsi della terra dell’altro” come diceva Frère Charles -(e questo anche in casa e nelle piccole strade feriali).

Quando ci sarà chiesto un Viaggio più lungo, più precario e impegnativo, in Terre e tra Etnie diverse, -ricorderemo quegli inizi della nostra piccola fraternità: quando andavamo senza una lira, a due, a bussare a porte estranee, in varie regioni            d' Italia, -per sperimentare cosa vuol dire: “essere dall’altra parte della porta”.

“Le strade sono il loro Luogo Sacro”, scriveva di noi  una giornalista Norvegese, qualche anno fa. Ed è vero! Perché sono il luogo dell’accendersi, di una continua Rivelazione; e di certe improvvise e straordinarie “Epifanie”, che sono: Beatitudine! È a ragione, che il salmo 83 (84) canta: “Beato, chi trova in Te la forza e decide nel suo cuore il Santo Viaggio, passando per la valle del pianto, la cambia in Sorgente”. -Si!, anche solo passando,- perché - a benedire sempre- è l’Acqua che ci abita! Questa povertà della strada è beatitudine, anche perché è: un credere senza vedere (beatitudine promessa dal Risorto, parlando a Tommaso).



Come dice nel suo libro su Frère Charles, Fr. Jean François Six: “è nelle strade che troviamo a un tratto i più sfigurati tra i fratelli della famiglia umana”; ed è a loro che (senza evitare anche i più ricchi) noi diremo “la beatitudine” del nostro saperci -molto realmente tutti- pellegrini sulla terra, restituendo così ai più emarginati (extracomunitari e stranieri)- la dignità del sentirsi pellegrini di un Santo Viaggio, dove Dio è presente accanto a loro, pellegrino anche Lui.-

 “Dio è in questo luogo e io non lo sapevo!...”, esclamava stupitissimo Giacobbe nel destarsi dal sogno, quella mattina sulla strada dell’esilio. Dio è fedele e darà “ali d’aquila” alle nostre “Visitazioni”. -”cresce lungo il cammino il suo vigore”, dice ancora, il salmo del pellegrino.

Anche senza andar lontano, potremo vivere, lietamente, delle Visitazioni coi vicini di casa più soli, e tra noi della fraternità, da una Regione all’altra.

Infatti le Visitazioni ci regalano spesso delle “conferme”e insieme il canto esultante del Magnificat, nelle nostre vite. Cercheremo per quanto sarà possibile, di viverle andando “a due” perché “sia più testimonianza di Vangelo” (come diceva p. s. Magdeleine).

Certo non dimenticheremo; andando così “a due” per strada: il Terzo Pellegrino di Emmaus, che si è definito: “La Via”! Anche a coloro che non hanno la possibilità di spostarsi per gli incontri di fraternità, (...”i pellegrini stanziali”),       


- questo è possibile e fanno parte, anche loro,  della Fraternità Pellegrina Contemplativa.



3) Fraternità:  è il momento del Confronto Fraterno; del raccontarci le cose imparate su Strada; e anche del Servizio. Sarà però soprattutto, il momento del cogliere, la Grazia del camminare insieme.

Ci è piaciuto riconoscere la nostra fraternità, come “arcobaleno di colori”, diversi e complementari, segno di Pace! Ma anche, come “cordata” per salire bene la Vetta, sentendoci lietamente legati tra noi -e senza perdere        mai di vista          il Primo Anello della Cordata, che è la Comunione della Trinità!

È da lì, dal      quell’UNO -TRE che scaturisce e si fortifica ogni fraternità; -è in quel Grembo che si riscalderà il pane cotto bene, profumato, della nostra Eucarestia Fraterna.


Questa raccomandazione paterna e viva, del nostro Vescovo carissimo di Assisi, ci stimola ad alzare gli occhi sempre: al Primo Anello della cordata; -e raggiungendo insieme la Vetta.  


Il Cenacolo degli Atti, sarà l’“icona” di ogni nostro prezioso ritrovarci nel  ” terzo momento”.



La Fraternità ha una struttura essenziale:

L’ASSEMBLEA, che si ritrova almeno una volta l’anno, ed è valida quando è presente la metà + 1 dei membri aderenti.

Compito dell’assemblea è orientare il cammino ordinario della fraternità nell’ascolto dello Spirito.

Elegge  ogni 2 anni i due coordinatori e il segretario.

-    I due Coordinatori –rinnovabili ogni due anni- saranno a servizio della

   comunione e custodi del cammino della fraternità.

-  Il  Segretario, normalmente ha cura di verbalizzare tutti gli incontri di fraternità.

IL CONSIGLIO è formato normalmente dai due coordinatori e dai due moderatori. In alcuni casi particolari e di volta in volta, i 4 potranno fare appello a un altro membro (in particolare tra gli sposati) come “membro” straordinario del Consiglio per orientamenti e decisioni importanti.

Compiti del Consiglio sono:

1^ decidere della formazione e dell’ammissione dei nuovi membri a far parte  della fraternità;

2^ decidere su eventuali problemi di carattere economico, di qualche membro della fraternità.



La scelta di avere due moderatori e due coordinatori la sentiamo fedele allo stile pellegrino:- che è andare alla pari mano nella mano oltre ad essere una garanzia di confronto fraterno secondo il “Vangelo”.



- Ai nuovi aderenti – verrà chiesto un periodo (da uno a due anni) di conoscenza e esperienza della F.P.C..  La loro ammissione verrà ufficializzata con un piccolo RITO CELEBRATIVO.



I membri si ritroveranno periodicamente a livello locale, (ogni 2-3 mesi),

 con attenzione a frequenti visitazioni reciproche per una conoscenza del “quotidiano” e dell’ambiente di ognuno.


Le reciproche VISITAZIONI che potremo fare alla “quotidianità dell’altro” -fra i membri della fraternità-, saranno dei momenti preziosi di confronto e di conferma nel cammino.

Il Nazareth degli altri è stato spesso il nido dei momenti più belli e ricchi di fraternità, per noi.

Quando ci davano degli autostop o ci aprivano le loro porte, degli “sconosciuti”,-ci commuovevamo alle lacrime. Così, dovrà commuovermi...            la porta che apro io, -la cena che condivido io, con familiari, amici ed         estranei  ... in casa mia! Perché: anche quello,... è tutto donato, dalla gratuità continua       della Sorgente. E continuerà ad esserlo.  

     

Don Tonino Bello diceva:” Se fossi uno dei dodici mandati da Gesù, so come andrei ora: con il bastone del pellegrino e la bisaccia vuota...  per ricevere.”

Anche noi, cresceremo, sempre più grati e beati di quel che la bisaccia vuota sta imparando piano - piano, a ricevere.

L’imparare a ricevere è forse una delle cose più difficili e meno romantiche del Pellegrino e di chi voglia viverne lo spirito.

Un’altra caratteristica dello Stile Pellegrino, dovrà impregnare gli atteggiamenti semplici e familiari della fraternità nostra; e cioè quel sentirci e “quell’andare: alla pari” che sarà segreto anche per lo stile di qualsiasi forma di Dialogo, anche in famiglia e in comunità.



La Formazione:- è importante (anche permanente) per nutrici della Parola di Dio e familiarizzarci con la spiritualità pellegrina nel solco del beato Charles de Foucauld e di San Francesco per aprirci agli aspetti universali ecumenici ed interreligiosi de nostro tempo.



“Diversità” e  Dialogo



Da tempo ormai, Dio ci ha voluti in mille modi coinvolti in quello che chiamiamo “Il Sogno di Dio per l’Unità”! È il dono straordinario e rivelante in questo nostro tempo, del Dialogo Ecumenico ed Interreligioso, -che Don Tonino Bello chiamava:   “la Convivialità delle Differenze”.

Questa parola “Convivialità” ci richiama la TAVOLA! Sembra strano, ma è proprio tra questi due luoghi privilegiati del Vangelo: TAVOLA E STRADA, che passeranno spesso ricchi scambi, di spiritualità e cultura, tra le diversità. Quando Charles de Foucauld si perdeva tra le sabbie del Sahara, a visitare le tende degli amici Tuareg, la sua firma era diventata “Fr. Charles ,piccolo fratello universale”.

Sarà dunque molto cara, alla nostra fraternità pellegrina contemplativa, questa UNIVERSALITA'!

Ed è stato, decisamente e ripetutamente, lo Spirito -a darci inviti e spinte in tal senso, e non solo “alla base” ma anche a certi Tavoli di grandi Incontri e Convivenze, sopratutto tra i Contemplativi delle varie Religioni (ONU, Monaco, Assisi, Delhi) e anche delle tre Confessioni Cristiane (specie in Scandinavia).

Lo scopo “santo” e “profetico”, è stato sempre -in questi incontri quello del conoscersi più profondamente nelle nostre diversità (Carlo M. Martini) e di lavorare insieme per la pace “tra oranti”, anche di Paesi nemici!: “... Quando i rami degli alberi litigano, le loro radici si abbracciano”! (proverbio africano).

Noi sentiamo di non negarci a questo importantissimo impegno, molto attuale: è il pellegrinaggio da Babele alla Pentecoste.

Se l’essere invitati al Dialogo, è una chiamata specifica -come piccola F. P. C,        ...- ha bisogno di un coinvolgimento!



Diversità ed Eucarestia



Non dimenticheremo mai che, per il Vangelo,- tutto nacque nel Cenacolo, dove un “piccolo resto” pregava insieme; e perseverava in attesa! C’era anche Lei, Maria (pellegrina e profuga), ormai “corredentrice”. Il vino di Cana sgorgò di nuovo in Fuoco e Vento, in lingue di fuoco che fecero dire (stupefatti) a quelli di fuori:          “Li sentiamo tutti parlare le nostre lingue, eppure sono di altre Terre!”...e anche (come a Cana) “sembravano tutti ubriachi di mosto”.

Bello! è quel che preghiamo, che la Chiesa torni “a sembrare” sempre, nella continua Festa dell’irruzione in Lei dello Spirito, e anche in quel nuovo “apprendistato”: del ...”parlare le lingue degli altri”.



Diceva Fratel Carlo a Spello:  “a fare l’unità, saranno i Mistici, cioè i Contemplativi, perché loro, -di Dio,- fanno l’Esperienza!, quindi parlano la stessa lingua -                a qualsiasi Tradizione appartengano...”  

Per questo la F. P. C. sentirà sempre di metter l’accento sul “contemplativa” del suo esistere specifico, -e più che mai nei suoi viaggi per il Dialogo.

Abbiamo detto: bella, la festa di quel Fuoco,- e Vento a Pentecoste, nel Cenacolo!       Ma bella anche, l’Eucarestia, di quel Cenacolo! -Bello il grazie,- nato spezzando il Pane Vivo disceso dal Cielo. Pane pellegrino dato ai pellegrini! “Ecce Panis Angelorum, datum Cibum viatorum”.



Lo mangeremo e lo adoreremo più che potremo e così ci lasceremo crescere e lievitare, in buon Pane profumato, così come siamo, ognuno nel suo reale di quotidianità; -così come Lui ci ha scelti finora e continuerà a sceglierci e cioè: di diversi Paesi, diverse Culture, -uomini e donne con professioni le più varie.

Spesso immersi in una “pasta” fatta di diverse religioni e lingue, in mezzo ad amici devoti o agnostici..., l'Unica Sorgente ci chiede  solo, di essere umilmente e poveramente (per Grazia!): sale saporito e luce che fa luce.

Frére Charles viveva: ora arido, distratto e addormentato; ora accesso di amore e adorazione: le sue lunghe ore davanti all’Ostensorio piccolo, regalato dalla cugina Maria.

Ma Frère Charles viveva anche le sue giornate Sahariane, offrendo una panchina e due sedie a una fila sempre lunga di Tuareg o di poveri “negri” parlando per ore!; e ridendo con quei nomadi delle dune: “rido, rido con loro, mostrando i miei brutti denti!”.

Noi, come F. P. C.,- crediamo che: mai come ora,- il mondo ha bisogno di riscoprire l’amicizia e di viverla con gioia (come raccomandava Paolo VI alla sua ultima udienza).

Crediamo di dover fare tutto il possibile, a livello personale e di fraternità, -per accendere intorno a noi: il positivo - il propositivo - l’allegria,- che i Media troppo spesso si incaricano di eclissare. -Allegria, che la Buona Notizia di Gesù ci manda ad



annunciare, -OGGI- come unico e vero nostro “bisogno”; e come reale “terapia”, ancora valida.

Si! L’Eucarestia sarà l’ossigeno della nostra piccola fraternità.



La frazione del Pane- per i nostri fratelli e sorelle degli Atti- era (come anche la consapevolezza della compagnia sempre presente dello Spirito)-: la forza e il coraggio di ogni loro restare e andare. Ma non dimentichiamo:... che Dono era per, Fr. Charles, anche: - L’ADORAZIONE!

Noi, nati, sul Subasio, nei 26 eremi di Spello, dove ogni pomeriggio erano accesi in 26 Cappelle, quei “Tabernacoli di irradiazione” per le due ore di Adorazione, con così tanti giovani!; - ricordiamo cosa è stato per noi, quel Faro e quella “Cura del Sole” (come Fratel Carlo la chiamava)!

Anche Fr. Charles- solo, tra tende e sabbia-, sapeva che quell’Ostia avrebbe operato tutto! E noi ora, ai piedi del Subasio -dove spesso ci ritroviamo,- in Assisi-:... ripensiamo a Chiara... (oltre a Francesco); e la vediamo afferrare un Ostensorio e liberare la Città (eternamente riconoscente a lei, anche con la bella “Festa del Voto”)!

Conosciamo Sacerdoti, che in Terre difficili e persino pericolose, -hanno scoperto il segreto di non parlare più tanto, -di non marciare più tanto, -ma solo:... di aprire all’Adorazione:- Tabernacolo e Ostensorio- (il più possibile nel silenzio)!

Il nostro regalarci questi tempi preziosi ai piedi di quell’Ostia (in qualsiasi sperduta Chiesina, come amava fare Francesco), -ci riscalderà il cuore sempre,- assicurando alla nostra vita tutta intera, un continuo risveglio!




Chiesa e Fraternità



Il nostro amore alla Chiesa e il nostro incessante pregare per Lei, è stato per noi un continuo e forte invito di Dio!



Sarà dunque solo - per le mani e il discernimento del “suo” Vescovo in Assisi, -che la piccola fraternità pellegrina contemplativa, riceverà “accoglienza e mandato”, e la possibilità di essere accolti ufficialmente, nella Famiglia Spirituale di Charles de Foucauld.





 Gratitudine



La nostra storia con la Fraternità di Fr. Charles tutta al completo, -affonda le sue radici in una gratitudine di anni.

Come piccola fraternità pellegrina, saremo molto contenti di andarne a visitare i vari rami, così uniti e così diversi, -per imparare da ognuno di loro, e anche per (da pellegrini!) “...cucire anelli di relazione”, -gioiosamente poi passando oltre...

La viva riconoscenza nostra, va a tutti loro!

   

  • Ai piccoli fratelli di Gesù: -  conosciuti nel lontano 1960, nella Città di Efeso (con François e Joseph).

  • Fratel Carlo Carretto: - tra Smirne (anno ’60) e Spello, (per tanti anni!...)

  • Fratel Tommaso: -  nostro fratello, molto pellegrino!, (e piccolo fratello del Vangelo) -vicino a noi, nell’ascolto e nel cammino- fin dagli inizi della F. P. C.

  • Al Pére Rene Voillaume:- che ci confermava un cammino molto possibile nella Famiglia, e anzi “nuovo”, da ascoltare, camminare e pregare (liberi e leggeri), con un Vescovo che ci capisce e ci accoglie nello Spirito.

Ancora sette  mesi prima della sua “Pasqua” ha voluto scriverci una sua breve, splendida lettera sul nostro “stile di vita”.

  • Alle piccole sorelle di Gesù:- il nostro grazie commosso per la loro calda amicizia, piena di solidarietà, da tanti, tanti anni!- con p. s. Magdeleine e Jeanne, e tutte loro -incontrate da Roma a Nazareth, dall’India a Assisi, dal Monte delle Beatitudini alle strade dei Nomadi.

Quanti scambi tra noi, di Preghiera -nei loro e nei nostri eremi- e quanti loro consigli... pieni di esperienza!: nel tempo del nostro accogliere giovani con



problemi della Città, a Roma. Quanto aiuto anche notturno, abbiamo ricevuto da queste sorelle! Alla nostra prima Consacrazione,- ben sette  di loro, erano presenti.

  • Alla cara Comunità Jesus Caritas (a Sassovivo, Goleto e Nazareth)            un grande grazie, che ancora continua vivo -perché da anni ci ha regalato: oltre alla santa e saggia Direzione Spirituale, per alcuni di noi,- anche quel “caldo Nido” per i nostri incontri, in questi ultimi anni di maturazione.

  • All’Union Soladitè:  -che fu la prima nell’Albero, e l'unica  vista nascere da Fr. Charles, con i suoi occhi:- il nostro grazie...per averci mostrato che il Nazareth è anche sulle Strade! (J. F. Six), e che l’intercessione è un “sociale” molto efficace (Massignon).

L'Union ci ha aiutato a capire la possibilità  di essere “Union”, anche se siamo molto diversi e sparsi.

  • Alla  Fraternità Secolare:  -che ha spesso camminato con noi in grande amicizia e scambio - va la nostra calda riconoscenza



  • Ma, - un grazie specialissimo - quasi con  un molto lieto “sorriso complice”- va da parte di noi pellegrini- ai nostri maestri di vita!-

  • “Fr. Henri le Vagabond ” (H. Bourceret) piccolo fratello di Gesù, e  pellegrino

  • e Lidia dell’Olanda, piccola sorella del Sacro Cuore, e pellegrina.

Quanti ricordi con loro! Fr. Henri tra Spello, Campo dei Fiori e Piazza Navona; e Lidia nei piccoli eremi, per una sola persona, sul Subasio di Spello, dove agli inizi ci siamo ritrovate in strana e provvidenziale contemporaneità.



  • A tutti gli altri rami della Famiglia: - ormai numerosi e sempre ricchi di frutti: -il nostro Grazie beato e grato, benedicente e carico di auguri.

Sappiamo che sapranno accoglierci -comprendendo “la tipologia un po’ speciale” di questi pellegrini contemplativi




Universalità



E' chiaro -però- che i pellegrini (fratelli e sorelle) della nostra Fraternità Pellegrina Contemplativa, – pur se un giorno saranno inseriti nell'Albero della Famiglia del “piccolo fratello Universale”,- sentiranno in modo forte:... il viaggiare nel profondo  della Grande Appartenenza Umana.



In modo particolarmente forte- proprio in quanto pellegrini,  -ameranno sentire dentro di loro palpitare... come “un senso di appartenenza”, che raduna e benedice: TUTTE le Spiritualità e Famiglie Religiose, che LO SPIRITO ha suscitate, nel tempo.

Sopratutto, poi -in quanto contemplativa- la nostra piccola Fraternità, sentirà di viaggiare...,  lieta e protesa -nella Speranza che non delude: - il più profondo e assoluto dei Pellegrinaggi: - quello Infinito ed Eterno, - del “Ritorno alla SORGENTE”





Gloria al Padre e al Figlio (il nostro beneamato fratello e Signore Gesù) e allo Spirito Santo -e anche a “Colei che è nella Trinità!”, (come disse di sé, Maria, alle Tre Fontane nel 1948.)

                                                                                     Amen Magnificat



Quanto a noi: - è con umile e viva confidenza, che ci abbandoniamo a Colui che ci ha scelti e messi insieme; - e lo ringraziamo già:- di Tutte le Cose Sue, che continuerà a dirci,  con la Sua Grazia...